ÈPICO il cinema, non questo blog. È il termine verso cui i miei gusti prendono una direzione personale. Gli amanti - o forse amatori - del cinema concordano spesso sulla grandezza di questo o quel film. Ma arriva un punto, oltre la grandezza, a partire dal quale si dividono.
Io ho un debole per l'èpos. Cioè quando il racconto nasconde una condizione universale e porta con sé qualcosa di ineluttabile: un senso di tragico, una tensione nostalgica di fondo, una nascita collettiva. Amo quando il cerchio si chiude e la trama oltrepassa la linea dell'individuo, irrimediabilmente spezzata, diventando cerchio. La linea così svela qualcosa della fine e dell'origine. È 2001: Odissea nello spazio, all'apice.
Poi ho un debole per i film corali. La musica, il ritmo, l'armonia. Quei film dove la varietà delle voci, di ciò che è in movimento, s'interseca e s'incontra. La diversità finalmente diventa visibile in tutti i suoi variopinti colori. E gli individui sono tanti, singolari, diversi. È Cotton Club, col suo ritmo sincopato di tip tap.
Coralità e grandi racconti. In poche parole, cinema ÈPICO.
Io ho un debole per l'èpos. Cioè quando il racconto nasconde una condizione universale e porta con sé qualcosa di ineluttabile: un senso di tragico, una tensione nostalgica di fondo, una nascita collettiva. Amo quando il cerchio si chiude e la trama oltrepassa la linea dell'individuo, irrimediabilmente spezzata, diventando cerchio. La linea così svela qualcosa della fine e dell'origine. È 2001: Odissea nello spazio, all'apice.
Poi ho un debole per i film corali. La musica, il ritmo, l'armonia. Quei film dove la varietà delle voci, di ciò che è in movimento, s'interseca e s'incontra. La diversità finalmente diventa visibile in tutti i suoi variopinti colori. E gli individui sono tanti, singolari, diversi. È Cotton Club, col suo ritmo sincopato di tip tap.
Coralità e grandi racconti. In poche parole, cinema ÈPICO.